Paolo Cognetti, Le otto montagne, 2016, Einaudi, Torino.
Un libro di montagna, ma anche di memoria.
La montagna è quella vera, non quella degli chalet illuminati e delle piste artificiali, quella dei sentieri nascosti e poco battuti, dell'odore del fumo dei camini accesi, del muschio umido sotto la rugiada del primo mattino.
Il racconto di Cognetti si snoda lungo il filo dei ricordi, tra i pascoli, i larici, il lago innevato, intrecciandosi con le storie di un'amicizia autentica, tra le cime severe del Monte Rosa, i ruderi delle case abbandonate, i banchi accatastati di una vecchia scuola. Il torrente delle prime esplorazioni segue il percorso di un viaggio interiore dove la montagna è il luogo ideale per ricordare, per ritrovare se stessi.
Più che un libro da leggere: un'arrampicata tra paesaggi d'alta quota, rovine d'alpeggi, radure luminose da attraversare con gli scarponi ben piantati nella terra natia, perché - in fondo - "è nel ricordo il più bel rifugio".