Jan Tomasz Gross con Irena Grudzinska Gross, Un raccolto d'oro. Il saccheggio dei beni ebraici, 2016, Torino, Einaudi.
Il breve saggio storico analizza, partendo da alcuni fatti documentati, il saccheggio dei beni ebraici, in Polonia, durante le persecuzioni razziali e molto tempo dopo la fine della guerra. Dalla vendita di acqua agli ebrei chiusi nei vagoni destinati a Treblinka, al continuo scavare nei pressi dei campi di concentramento alla ricerca di metalli d'oro (anelli, orologi, collane) tra le ceneri, all'espropriazione delle case e di tutti gli oggetti e i mobili contenuti: la persecuzione contro gli ebrei è durata ben più a lungo di quella consumata nei campi di sterminio. La spoliazione dei beni ebraici è stata, in modo diffuso, una sorta di prassi sociale: "Una fetta della popolazione locale prese parte attiva al saccheggio, mentre i più si limitarono a registrare con soddisfazione quel che stava accadendo". Molti pensarono che le persecuzioni contro gli ebrei potessero essere una buona occasione per arricchirsi, ma "Un dente d'oro strappato a un cadavere sanguinerà sempre, anche se nessuno si ricordasse più da dove proviene".
Il libro di Gross apre una pagina scomoda su una vicenda che ha coinvolto migliaia di cittadini polacchi. In Italia l'argomento è ancora tabù.