Steve Sem-Sandberg, I prescelti, Marsilio, Venezia, 2018.
Il libro dello svedese Sem-Sandberg è uno di quei libri che non vorresti mai finire di leggere: un po' perché ti aspetti un finale liberatorio che non può arrivare, un po' perché dopo essere entrato nel grigio dei corridoi dell'ospedale di Spiegelgrund fai fatica a lasciare lì quei bambini sofferenti e destinati, quasi tutti, ad essere torturati e uccisi. Il grigio è il colore prevalente del romanzo-ricostruzione storica che accompagna il lettore lungo le 575 del libro. Attraverso il racconto di Adrian Ziegler, un bambino ricoverato nell'ospedale e miracolosamente riuscito a salvarsi, si ripercorrono i corridoi, le sale, i padiglioni dei reparti, compreso il famigerato "padiglione 15", dove finivano i bambini destinati ad essere soppressi. Spiegelgrund, alle porte di Vienna, raccoglieva bambini disadattati, disabili, abbandonati, per sottoporli ad osservazione e, se le loro vite venivano ritenute indegne di essere vissute, soppressi senza alcuna pietà. Le pagine di Sem-Sandberg ci accompagnano in un viaggio nell'orrore, reso ancora più terribile perché le violenze sono esercitate su bambini inermi che accarezzano la mano e sorridono al volto del loro carnefice prima dell'iniezione letale o dell'ultimo pasto avvelenato. Con un linguaggio puntuale e misurato, senza mai scivolare nelle facile retorica di maniera, l'autore delinea con precisione le figure che attraversano le fredde camerate dell'ospedale fino alla liberazione con l'arrivo dei sovietici e degli americani. Compresa quella zona grigia -in Italia tutta da investigare - di complicità e collusioni che ha fatto sì che i medici e le infermiere di quell'ospedale degli orrori potessero continuare a svolgere il loro lavoro, anche con incarichi prestigiosi, fino al termine delle loro vite: nella maggior parte dei casi se la cavarono con condanne di pochi anni o evitando del tutto il carcere. Di quei 789 bambini uccisi restano parti anatomiche dei loro corpi conservati in barattoli di vetro sotto formalina, scrupolosamente etichettati, e qualche foto in bianco e nero nel libro dei morti :http://gedenkstaettesteinhof.at/de/totenbuch/totenbuch-spiegelgrund